Canto libero #6. Intervista a Luigi Di Campo
Proseguiamo il ciclo di brevi interviste che ci stanno portando a conoscere più da vicino le diverse anime che compongono Canto Libero. Quella che segue è già la sesta delle 12 interviste che potete seguire qui nel nostro blog, siamo a metà strada avvicinandoci inesorabilmente alle prossime date:
- 18 Dicembre sarà la volta dell’Auditorium Zanon a Udine [info];
- 27 Dicembre, data eccezionale per Canto Libero, che li vedrà impegnati sul palco del Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia in un evento d’eccezione con la partecipazione straordinaria del maestro Mogol [info].
Per chi non conoscesse Canto Libero è un progetto musicale di altissimo livello, proposto per omaggiare le canzoni della storica accoppiata Battisti – Mogol. Nato da un’idea di Fabio Red Rosso e diretti da Giovanni Vianelli, la band propone uno spettacolo unico nel suo genere per qualità musicali e scenografiche, ricordando questi due grandi artisti in un viaggio ricco di emozioni.
Il protagonista dell’intervista di oggi per i Canto libero è a Luigi Di Campo, alle chitarre.
Quando e com’è stato il tuo approccio con il tuo strumento? E quali sono state le esperienze musicali che hai fatto prima di questa avventura con Canto Libero?
A 11 anni, ho cominciato a prendere lezioni perché ero attratto dal suono della chitarra. Dai 16 in poi ho iniziato ad esibirmi dal vivo e ho avuto la fortuna di suonare fin dall’inizio con dei musicisti molto bravi dai quali ho imparato molto. Ho suonato con vari gruppi locali in ambito blues, pop, acustico, country, funky e fusion. Con Fabio avevo già collaborato all’interno dei Soul Bandido, con Giovanni ci conosciamo da tempo e ho lavorato con lui in diverse formazioni tra cui Yellow sunshine, Jam house e East Bay brothers, Attualmente insegno chitarra moderna presso la Casa della musica di Trieste.
Il 27 dicembre sarai sul palco della tua città assieme al Maestro Mogol. Sicuramente ci saranno tantissimi pensieri ed emozioni che si sovrappongono. Ce ne diresti uno, tra tutti questi, che ti fa piacere condividere con il pubblico che verrà a vedervi?
Tutti noi sin dall’infanzia siamo entrati in contatto con le musiche di Battisti perché le ascoltavano i nostri genitori ed in qualche modo fanno parte della nostra cultura. L’ho sempre considerato tra gli autori più interessanti di quegli anni ed il primo incontro più ravvicinato si è presentato quando alcuni allievi ed allieve di chitarra più vecchi di me, mi hanno chiesto di insegnare loro dei brani come 7 e 40, Fiori rosa fiori di pesco, Un’avventura, Acqua azzurra acqua chiara. In quel contesto ho avuto modo di notare come le composizioni fossero musicalmente interessanti, articolate, belle da suonare e di come vi fosse presente, anche nel modo di cantare, una forte influenza rhythm and blues. Si percepisce infatti un incrocio tra melodie di grande presa ed uno spiccato gusto internazionale. Come poi ho avuto modo di apprendere, Battisti era effettivamente un grande ascoltatore di Dylan, i Beatles, i Rolling Stones, Donovan, i Led Zeppelin, i Cream, i Chicago e di musica nera con autori come Ray Charles, Sam & Dave e Otis Redding. Il nostro sound tra l’altro va in una direzione che segue questa vocazione internazionale, nel senso che il lavoro di arrangiamento di Giovanni, tra le altre cose, è spesso ispirato a far rivivere i brani come se fossero suonati da una band di americani degli anni 70. Dopo aver preso parte al progetto e approfondito lo studio delle canzoni sono nuovamente rimasto colpito da come Battisti fosse un musicista innovativo e completo, infatti si è spesso soliti definirlo come “il genio della melodia”, ma analizzando da vicino le composizioni si percepisce come anche in fatto di armonia ne sapesse parecchio…
Il 27 dicembre sarai sul palco della tua città assieme al Maestro Mogol. Sicuramente ci saranno tantissimi pensieri ed emozioni che si sovrappongono. Ce ne diresti uno, tra tutti questi, che ti fa piacere condividere con il pubblico che verrà a vedervi?
Che dire, sicuramente un grande onore… Molti dei brani che suoneremo sono dei classici, e in quanto tali, fuori dal tempo, sono così consolidati nell’immaginario della gente, che ormai hanno una vita propria quasi come se esistessero da sempre, per cui diciamo che fa un certo effetto pensare che saremo vicini a uno degli artefici di questi capolavori in carne ed ossa.
Ognuno di voi contribuisce a suo modo a rendere Canto Libero uno spettacolo particolarmente emozionante, siete un gruppo che dimostra di essere affiatato, forse proprio grazie alle vostre differenze. Prima di chiudere questa breve intervista, per curiosità, ci diresti qual è l’ultima canzone che hai ascoltato oggi o, se preferisci, ci consiglieresti una canzone che per te dovremmo assolutamente ascoltare?
Il brano che mi viene in mente è Rocking horse degli Allman brothers, una bella band numerosa come la nostra, per gli appassionati di chitarra, qui c’è di che assaporare…
Grazie mille Luigi!