Canto libero #12. Intervista a Giovanni Vianelli

Canto libero #12. Intervista a Giovanni Vianelli

 

Siamo alla dodicesima intervista per Canto Libero. Ultima di questa serie alla scoperta delle anime che danno vita a questo fantastico progetto omaggio alla musica di Battisti e Mogol.

Per chi non conoscesse Canto Libero, è un progetto musicale di altissimo livello, proposto per omaggiare le canzoni della storica accoppiata Battisti – Mogol. Nato da un’idea di Fabio Red Rosso e diretti da Giovanni Vianelli, la band propone uno spettacolo unico nel suo genere per qualità musicali e scenografiche, ricordando questi due grandi artisti in un viaggio ricco di emozioni.

Vi ricordiamo le prossime due date:

  • OGGI! 18 Dicembre sarà la volta dell’Auditorium Zanon a Udine [info];
  • 27 Dicembre, data eccezionale per Canto Libero, che li vedrà impegnati sul palco del Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia in un evento d’eccezione con la partecipazione straordinaria del maestro Mogol [info].

L’intervista di oggi, a chiusura della serie, vede come protagonista il direttore musica del progetto Giovanni Vianelli, che sul palco vediamo impegnato a guidarci dal pianoforte.

Quando e com’è stato il tuo approccio con i tuoi “strumenti”? E quali sono state le esperienze musicali che hai fatto prima di questa avventura con Canto Libero?

Ho iniziato a cinque anni, tirando pugni sui tasti del pianoforte durante la lezione di mia sorella. I miei allora hanno risolto dicendo che anch’io potevo prendere lezioni. Insomma l’hanno fatto per tutelare mia sorella. Ahaha… Ma allora ero innamorato della musica più che del pianoforte. Avevo questo 45 giri con quattro rock ‘n’ roll di Little Richard. Due per lato capite? Sono così brevi che sul 45 ci stavano quattro pezzi anziché due. Fantastico. Li ho ballati fino allo sfinimento, e mentre ballavo suonavo tutto, cantavo, e urlavo naturalmente. Suonavo da dio, nell’aria, e passavo da uno strumento all’altro in un nano secondo, senza fili. E ti credo, era la band di Little Richard che forniva la musica! Allo stesso modo diversi anni dopo ho suonato e ballato anche tutti gli assoli di Van Halen con i passaggi di batteria in mezzo e interi dischi dei Jethro Tull senza mai sbagliare la struttura. Ahahahaha… A tutt’oggi fare questa cosa qui di ballare sopra la musica suonando per finta è probabilmente ciò che mi viene meglio. Due delle mie attività preferite in questo ambito negli ultimi anni sono state: essere il bassista degli Wailers e cantare con gli Eagles, anche se la mia specialità in assoluto è guidare la macchina diventando JJ Cale. Anche Fabio è uno specialista in questo settore. Il nostro segreto? Semplice: mettiamo sullo stereo dischi fantastici! :)))

Parliamo del tuo rapporto con Battisti. Che rapporto avevi in precedenza con la sua musica e come ti rapporti ora dopo averla studiata, suonata e portata sul palco?

Per lungo tempo disinteresse quasi totale. L’Italia non era la mia storia, io vivevo in una meravigliosa California; non ascoltavo Battisti, ascoltavo i dischi che ascoltava Battisti. Mi stava simpatico quando lo sentivo dagli altoparlanti nei locali: uno che mica canta “bene”, canta per davvero! E poi… Canzone del sole e Acqua azzurra sono assai comode in spiaggia: tre accordi e le sanno tutti… Da sbronzo nel pieno di una festa mi sono follemente innamorato di 10 ragazze. 🙂 Fermo in mezzo a un supermercato ad ascoltare tutte le parole di Donna per amico… wow… che brani! Alcuni anni fa la folgorazione, mentre ascoltavo “Insieme a te sto bene“. Ho capito che le parole, la melodia, il giro degli accordi in realtà erano sempre spettacolari, mentre tutti i limiti stavano nella realizzazione. Non voglio dire che in quei dischi non avvenissero spesso cose notevoli a livello di arrangiamento ed esecuzione strumentale, ma le idee di Battisti e Mogol erano molto più avanti di ciò che poteva offrire allora la tradizione italiana nel campo dell’arrangiamento. E così ho immaginato quella musica suonata dalla band di Neil Young o Van Morrison, dai Lynyrd Skynyrd, da Quincy Jones, dai Led Zeppelin… E qui sono tornato a Insieme a te sto bene, se capisci ciò che intendo. Avevo proposto un brano di Battisti in questa chiave ad un amico, ma non ci ha sentito da quell’orecchio. L’anno scorso è arrivato Fabio. Ah, non ci potevo credere. E nemmeno lui ci poteva credere al fatto che io a casa avessi pronta tutta la discografia di Battisti! … che infatti avevo ascoltato assai poco, ma era stata accuratamente predisposta in funzione di quella vecchia idea. Bellissimo! Ecco, adesso sapete perché quando è venuto a chiedermi di far parte della band, ho risposto: “Assolutamente sì, ma giurami di farmi mettere mano agli arrangiamenti!” E poi è iniziato il viaggio vero, quello nota dopo nota, durante il quale da un lato ti accorgi di quali gioielli ti siano capitati in mano, gioielli di parole e melodia, e dall’altro ti scontri con i tuoi limiti nel proposito sempre arduo di far rivivere la bella musica senza offenderne la grandezza.

Il 27 dicembre sarai sul palco della tua città assieme al Maestro Mogol. Sicuramente ci saranno tantissimi pensieri ed emozioni che si sovrappongono. Ce ne diresti uno, tra tutti questi, che ti fa piacere condividere con il pubblico che verrà a vedervi?

Mogol è un genio della parola nel suo rapporto con la musica. Provo un’ammirazione sconfinata per quello che ha scritto. Sono felice di poterlo incontrare, di suonare insieme alla band per lui e con lui, perché ho imparato che l’incontro con un grande uomo, anche se fugace, traccia sempre un solco profondo nel cuore. Ma quando penso al 27 in realtà penso soprattutto alle persone in sala. Sogno che ogni cuore venga toccato dalle parole del Maestro e dalle note del Canto Libero, e nel mio sogno vedo mille volti accarezzati dalle sfumature dell’arcobaleno lasciarsi trasportare nel dolce mare della musica e dell’emozione.

Ognuno di voi contribuisce a suo modo a rendere Canto Libero uno spettacolo particolarmente emozionante, siete un gruppo che dimostra di essere affiatato, forse proprio grazie alle vostre differenze. Prima di chiudere questa breve intervista, per curiosità, ci diresti qual è l’ultima canzone che hai ascoltato oggi o, se preferisci, ci consiglieresti una canzone che per te dovremmo assolutamente ascoltare?

Ho ricevuto molti complimenti per la direzione musicale del Canto Libero. Sono veramente felice e soprattutto grato a tutti coloro che fin qui hanno apprezzato il nostro lavoro. Approfitto di questa bella occasione per dire alcune cose importanti. Da parte mia non c’è nessuna intenzione di rendere “attuale” il sound delle canzoni di Lucio Battisti. Noi cerchiamo solo il sound giusto nei limiti delle nostre possibilità, e non lo facciamo in modo attuale, ma in modo volutamente classico: non usiamo click se non come riferimento iniziale, nessuna sequenza, ci sincronizziamo spontaneamente con i filmati, suoniamo con la strumentazione del buon vecchio rock, saliamo in dieci sul palco fregandocene delle attuali esigenze del mercato. Queste sono cose che il nostro pubblico apprezza, e io sono totalmente d’accordo con loro! Secondo: più volte ho sentito l’esigenza di cambiare con una certa libertà arrangiamenti e strutture, ma questo non significa che non abbia rispetto e ammirazione per gli originali. Il coro italico sul ritornello di Il Mio Canto Libero versione originale? Lo dico: non mi piace. Ma ciò non significa che non ci siano tante cose meravigliose, mille dettagli insostituibili. I nostri arrangiamenti nascono sempre da un’analisi puntuale delle versioni originali, e l’obiettivo mio e di Fabio è quello di far rivivere un’emozione che rimanga aderente all’essenza della canzone. Gli ultimi dischi della coppia Battisti Mogol, poi, sono suonati in modo stratosferico: se non ve li facciamo sentire uguali è solo perché non ne siamo capaci! Ogni grande band apprende dalle altre ma deve andare alla ricerca del proprio sound, altrimenti non sarà che una brutta copia, è inevitabile. Terzo e ultimo punto, particolarmente interessante: come funziona la mia direzione musicale. Tutto parte da Lucio, che ispira ognuno singolarmente, ma in particolare genera per affinità elettiva l’interpretazione di Fabio, che a sua volta ispira me nel decidere la direzione che deve prendere l’arrangiamento. E’ vero poi che io torturo i ragazzi con una serie cospicua di esperimenti, variazioni e tentativi, e che loro con ammirevole lealtà assecondano le mie idiosincrasie, speranzosi che alla fine ne venga fuori qualcosa di buono, ma sia chiaro che non lavoro come quegli arrangiatori che dicono a ogni musicista esattamente come e cosa deve suonare, e in questo modo lo privano della sua personalità. Nella nostra band ogni musicista ha il suo stile ed è amato per il suo stile. Io mi preoccupo di incanalarlo nella canzone. In sintesi, sono orgoglioso di dirigere il Canto Libero, ma non potrei fare niente se non ci fosse l’interpretazione di Fabio e un gruppo di musicisti eccellenti ad interpretare la musica. Passo alla parte più bella -della risposta-, le canzoni da ascoltare!

Oggi ho ascoltato a ripetizione l’album Reptile di Clapton. Un disco meraviglioso, drammaticamente sottovalutato dalla critica, ma giustamente amato da un sacco di gente. Passiamo a Battisti. Il brano che canto più spesso sotto la doccia: il ritornello di Questione di Cellule, senza dubbio. E poi è bella quella di quando ci siamo seduti con Fabio ad ascoltare “Pensieri e parole” per decidere come farla. Finisce il pezzo, e Fabio: “Ma questa? Questa come la facciamo?” Io: “Questa? Questa non la facciamo. Questa non la si può rifare, questa la si può solo ascoltare!” Ed è così che la traccia di “Pensieri e parole” è diventata la sigla d’uscita dello nostro show: è bellissimo vedere la gente che esce pian piano dal teatro mentre Lucio canta questa canzone e loro se la portano con loro nel fiume della vita. Ok, è stato veramente un piacere stare con voi e rispondere a queste domande, ma ora devo assolutamente andare a farmi una doccia… …”Eh no eh no! non è questione di cellule! ma della scelta che uno fa (la mia) di non vivere a metà!”… :)))

Grazie Giovanni! 🙂

Prima di lasciarvi all’ascolto di Reptile, un grazie a tutti voi che ci avete seguito in tutte le interviste ai componenti di Canto Libero, che avevano lo scopo di far emergere ciò che da sotto il palco o da un primo ascolto fugace di questa band, non è possibile cogliere.
Ciò che invece è davvero evidente è la passione, la professionalità e l’enorme sinergia che possiede questo gruppo di dodici elementi!

Canto libero La voce di Fabio “Red” Rosso, il pianoforte e la direzione musicale di Giovanni Vianelli, le chitarre di Emanuele “Graffo” Grafitti e Luigi Di Campo, Alessandro Sala al basso, la batteria di Jimmy Bolco, le percussioni e la batteria di Francesco CamlikLuca Piccolo alle tastiere e alla programmazione computer, le splendide voci di Joy Jenkins e Katy Maurel, i video di Francesco Termini e l’eccezionale ingegnere del suono Ricky Carioti (fonico anche di Elisa).

http://www.canto-libero.it/

 

 

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