Canto libero #11. Intervista a Francesco Termini

Canto libero #11. Intervista a Francesco Termini

Undicesima delle dodici interviste per scoprire le anime che danno vita a questo fantastico progetto omaggio alla musica di Battisti e Mogol.

Per chi non conoscesse Canto Libero, è un progetto musicale di altissimo livello, proposto per omaggiare le canzoni della storica accoppiata Battisti – Mogol. Nato da un’idea di Fabio Red Rosso e diretti da Giovanni Vianelli, la band propone uno spettacolo unico nel suo genere per qualità musicali e scenografiche, ricordando questi due grandi artisti in un viaggio ricco di emozioni.

Vi ricordiamo le prossime due date:

  • 18 Dicembre sarà la volta dell’Auditorium Zanon a Udine [info];
  • 27 Dicembre, data eccezionale per Canto Libero, che li vedrà impegnati sul palco del Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia in un evento d’eccezione con la partecipazione straordinaria del maestro Mogol [info].

Intervista un po’ “diversa” dalle altre quella di oggi. Come in tutte le interviste ai componenti di Canto Libero, abbiamo pensato di introdurvi domande e risposte con un breve video. Questa volta però abbiamo scelto di non fare nessuna “video presentazione” dell’artista all’opera, il motivo è presto detto, l’intervista di oggi ha come protagonista Francesco Termini, videomaker e regista, suoi i video che vengono proiettati durante lo spettacolo, delle vere e proprie videoinstallazioni realizzate appositamente per accompagnare ogni brano eseguito sul palco dalla band, per accompagnarvi tra immagini, suggestioni ed emozioni durante tutto lo spettacolo.

Proprio alla luce del suo lavoro, abbiamo preferito iniziare presentarvelo attraverso uno dei suoi video più recenti che abbiamo scelto dal suo canale Youtube, prendetevi qualche minuto e immergetevi nelle atmosfere di questo giovane regista e videomaker:

“Quando sono tornato da New York, ho deciso di realizzare un tributo personale alla città e alla sua estetica. Questo video racchiude in immagini ciò che ho provato difronte a tutta quell’immensità che mi si parava davanti, che ho cercato di riprendere al meglio, senza nessun mezzo se non la fotocamera. Chissà che non invogli a qualcuno a fare un bel viaggio!” 

Quando e com’è stato il tuo approccio con il tuo strumento? E quali sono state le esperienze musicali che hai fatto prima di questa avventura con Canto Libero?

Il mio strumento, a differenza di tutti i membri della band, è la telecamera. Per quanto non sia uno strumento musicale, ho sempre pensato che le immagini in movimento e la musica siano strettamente connessi tra loro. Ho suonato per svariati anni in conservatorio e fin da piccolo in famiglia si è ascoltata tanta musica, perciò mi è difficile considerarla qualcosa di separato dal mestiere che svolgo (cioè quello di regista e videomaker). In questo caso, le mie immagini scorrono dietro alle note, per accrescerne l’impatto. Prima di quest’esperienza, nel mio campo ho diretto molti cortometraggi da me ideati e un’infinità di spot aziendali e video promozionali per privati o associazioni, ed il progetto Canto Libero si è rivelato essere una delle più belle e stimolanti collaborazioni che mi siano mai capitate.

Parliamo del tuo rapporto con Battisti. Che rapporto avevi in precedenza con la sua musica e come ti rapporti ora dopo averla studiata, suonata e portata sul palco?

Ho sempre ascoltato le canzoni di Battisti, ma questa è stata un’occasione per addentrarsi nella sua discografia e conoscerlo meglio scoprendo delle perle che altrimenti difficilmente avrei ascoltato prima di qualche anno. Mi ci sono appassionato davvero, ora se devo uscire di casa o fare un viaggio è la sua voce che mi accompagna il più delle volte. Una cosa che faccio però, è stare attento a non “finire” di ascoltare il suo repertorio: mi sono concentrato sull’ascolto di una cinquantina di brani da quando è iniziata l’avventura con il gruppo (i brani che portano sul palco e poi altri che ho trovato per caso), ma sto “conservando” una fetta della sua discografia auto-convincendomi che ciò che devo ancora ascoltare sia “inedito”. E infatti, per me lo è!

Il 27 dicembre sarai sul palco della tua città assieme al Maestro Mogol. Sicuramente ci saranno tantissimi pensieri ed emozioni che si sovrappongono. Ce ne diresti uno, tra tutti questi, che ti fa piacere condividere con il pubblico che verrà a vedervi?

Ho avuto la fortuna, grazie al mio “strumento” e all’intervento dell’Università Popolare di Trieste (che ha prodotto tre concerti della band ad ottobre in Istria) di conoscere Mogol di persona e a casa sua. E’ stata un’emozione indimenticabile guardare gli occhi della persona che a suo tempo scrisse dei testi che oggi continuano a scaldare i cuori. Rivederlo sarà un’occasione nuova per ascoltarlo parlare e magari avere un riscontro sul lavoro che ho svolto!

Ognuno di voi contribuisce a suo modo a rendere Canto Libero uno spettacolo particolarmente emozionante, siete un gruppo che dimostra di essere affiatato, forse proprio grazie alle vostre differenze. Prima di chiudere questa breve intervista, per curiosità, ci diresti qual è l’ultima canzone che hai ascoltato oggi o, se preferisci, ci consiglieresti una canzone che per te dovremmo assolutamente ascoltare?

Ci sono due canzoni che da qualche settimana a questa parte ascolto di continuo. Dall’album “una giornata uggiosa”: “Arrivederci a questa sera” e “Amore mio di provincia”. La prima ha un ritmo ed una melodia incalzanti che mi fanno impazzire mentre la seconda è ritagliata a forma del periodo di gioia della mia vita che sto attraversando. E’ uno specchio in cui guardarsi e vedere più di quanto non si può vedere dal proprio punto di vista, come forse dovrebbero essere tutte le canzoni.

Grazie mille Francesco! 🙂

 

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